Il mistero del tempio di Diana nella rocca di Cefalù
Il tempio di Diana è una struttura megalitica che risale al IX secolo a.C. e si trova su una rupe a nord della cittadina di Cefalù. Destinato probabilmente al culto di divinità pagane, è stato costruito in più fasi con blocchi di roccia squadrati.
La parte più antica del tempio è la cisterna, da qui si pensa che si tratti di una costruzione destinata a un culto pagano delle acque. Essa è chiusa sulla parte superiore con lastre di pietra calcarea. Attorno vi è il tempio: secondo gli studi archeologici, la costruzione della struttura sino all’altezza dell’architrave risalirebbe al V secolo a.C., per essere stato terminato poi nella parte sommatale nel II a.C.
La posizione in cui si trova il tempio è piuttosto ambigua, poiché lontano dalla città e difficile da poter raggiungere. Anche la titolazione a Diana deriverebbe da una semplice tradizione tramandata ormai nei secoli, non vi è certezza che si svolgesse il culto per la divinità.
Gli studiosi sostengono si tratti principalmente di una fortezza-santuario che fungeva da sito di culto delle acque, come la cisterna dà prova, e da luogo di avvistamento per la sua posizione in rialzo sul mare.
La funzione religiosa è tuttavia testimoniata dalle due chiesette all’interno e al di sopra del tempio, risalenti alla dominazione bizantina. Il tempio di Diana è l’unico monumento non classico a cui l’architetto Jean-Pierre Houël, durante il suo viaggio in Sicilia, dedicò una tavola illustrata che ad oggi si trova al museo dell’Ermitage a San Pietroburgo.